Definiamo gli attori...
Con il termine adolescente si intende la persona che si trova a vivere un periodo della sua esistenza che va dalla maturazione puberale (quindi dai dodici anni, in media, per le ragazze, e dai quattordici per i ragazzi), fino ai diciotto-vent'anni, quando inizia la giovinezza.
Per quanto riguarda lo sviluppo psicologico, possiamo distinguere due periodi:
1.la preadolescenza che può avere inizio anche prima della maturazione puberale ed estendersi fino ai 15 anni. Questo momento è caratterizzato da un'accelerazione della crescita, con le risonanze psicologiche che questo comporta, dalla ricerca di una certa indipendenza dai genitori, da un aumentato interesse verso i rapporti con i coetanei e, fenomeno non trascurabile, dalla formazione del proprio senso di identità, ossia la presa di coscienza delle proprie doti positive e dei propri limiti.
2.Il periodo successivo è l'adolescenza propriamente intesa. E' un momento che vede continuare i processi sopra descritti, anche se l'individuo, avendo acquisito una maggiore maturità intellettuale ed emotiva, è in grado di affrontare in modo più attivo tali problematiche e di cercare di gestirle.
Ma chi è l'insegnante?
Il docente, a mio avviso, è un professionista in cui forte è la presenza di una motivazione intrinseca all’attività educativa, motivazione che, con il tempo, non deve diminuire, ma aumentare anche grazie alla consapevolezza degli effetti che il proprio comportamento ha sugli studenti. A questo primo elemento va legata la disponibilità dell'insegnante a vivere la propria professione come una sperimentazione continua. Egli deve interagire incessantemente con il proprio lavoro, programmandolo, mettendolo in pratica nella classe e assumendosene la responsabilità attraverso l’autovalutazione dei risultati ottenuti, in modo da attuare modificazioni se “il fare scuola” (vale a dire i contenuti, le metodologie, i mezzi, ecc.) si rivela inadeguato.
Facile? No, ma neanche la vita dell'adolescente lo è!
Per quanto riguarda lo sviluppo psicologico, possiamo distinguere due periodi:
1.la preadolescenza che può avere inizio anche prima della maturazione puberale ed estendersi fino ai 15 anni. Questo momento è caratterizzato da un'accelerazione della crescita, con le risonanze psicologiche che questo comporta, dalla ricerca di una certa indipendenza dai genitori, da un aumentato interesse verso i rapporti con i coetanei e, fenomeno non trascurabile, dalla formazione del proprio senso di identità, ossia la presa di coscienza delle proprie doti positive e dei propri limiti.
2.Il periodo successivo è l'adolescenza propriamente intesa. E' un momento che vede continuare i processi sopra descritti, anche se l'individuo, avendo acquisito una maggiore maturità intellettuale ed emotiva, è in grado di affrontare in modo più attivo tali problematiche e di cercare di gestirle.
Ma chi è l'insegnante?
Il docente, a mio avviso, è un professionista in cui forte è la presenza di una motivazione intrinseca all’attività educativa, motivazione che, con il tempo, non deve diminuire, ma aumentare anche grazie alla consapevolezza degli effetti che il proprio comportamento ha sugli studenti. A questo primo elemento va legata la disponibilità dell'insegnante a vivere la propria professione come una sperimentazione continua. Egli deve interagire incessantemente con il proprio lavoro, programmandolo, mettendolo in pratica nella classe e assumendosene la responsabilità attraverso l’autovalutazione dei risultati ottenuti, in modo da attuare modificazioni se “il fare scuola” (vale a dire i contenuti, le metodologie, i mezzi, ecc.) si rivela inadeguato.
Facile? No, ma neanche la vita dell'adolescente lo è!